Soltanto nel 1995 il gruppo di ricerca inizia a chiamarsi Laboratorio di filosofia contemporanea, quando esce dalle porte del Dipartimento di filosofia e varca il cancello dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni.
È ancora Rovatti a raccontare: “Su impulso di Mario Colucci, che era arrivato da Bari per lavorare come psichiatra a Trieste e che frequentava anche le mie lezioni, decidiamo di leggerci gli Scritti di Basaglia e di andare a discuterne con gli operatori psichiatrici. Non è un’operazione tanto tranquilla come può sembrare, temevamo di non essere all’altezza, di farci prendere sul serio o di suscitare una reazione sbagliata, del tipo: ‘Vediamo cosa vengono a raccontarci questi qua’. Invece tutto fila liscio.
“Da parte nostra, non c’è la volontà di mettere un cappello teorico alle pratiche di deistituzionalizzazione che si stanno compiendo lì, ma piuttosto di far capire che i loro problemi vanno ben oltre il mondo stretto della psichiatria, hanno a che fare con un sapere teorico più largo. E questa finalità viene riconosciuta e apprezzata”.
Si organizza un ciclo di 4 seminari, che si svolgono dal 9 al 30 maggio 1995, in cui due persone alla volta fanno un intervento e poi si apre la discussione, a cui partecipano Franca Ongaro Basaglia, Franco Rotelli, Michele Zanetti, Giovanna Gallio, Roberto Mezzina, Mario Novello e altri. Relazioni e dibattiti diventano poi un libro: Follia e paradosso. Seminari sul pensiero di Franco Basaglia, curato da Mario Colucci e pubblicato dalle edizioni “e” (la tipografia dell’ex ospedale psichiatrico gestita da una cooperativa).
Il rapporto con i servizi di salute mentale continuerà nel corso del tempo e, all’inizio degli anni Duemila, il Laboratorio organizzerà una serie di seminari al Club Zyp, l’associazione di auto-mutuo aiuto che riunisce le persone con disturbo mentale nella sede di via delle Beccherie, a Trieste.